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Rap

Gli 8 dischi più sottovalutati di questo 2019

In questo anno, abbiamo visto tanti dischi, alcuni sopravvalutati altri troppo sottovalutati, oggi vi propongo quelli che per me sono tra i più sottovalutati del 2019.

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Beh in questo anno, abbiamo visto tantissime uscite di super dischi, che all’inizio sembravano promettere bene e poi sono finite nel dimenticatoio, purtroppo. Tutto questo è un vero peccato, proprio perché alcuni dischi meritavano veramente molto ma purtroppo non hanno spiccato il volo come meritavano, altri invece erano album un po troppo “pesanti”, e a causa di questo non sono stati compresi del tutto da tutto il pubblico. Oggi voglio proporvi quelli che per me sono gli album che meritano di essere ascoltati più e più volte, io ci provo chissà… in questa mini classifica, non metterò dischi troppo pesanti, (forse solamente uno può risultarvi un po più pesante) in modo tale che tutti possiate ascoltarli e chissà.. rivalutarvi. Prima di passare all’articolo in se, vi ricordo di seguirmi sulla pagina principale di Instagram ovvero @forza_rap in modo tale da rimanere sempre aggiornati su tutto, e in più vi auguro un buon anno nel caso non dovessi scrivere un nuovo articolo. Beh bando alle ciance, mettetevi le cuffie e godetevi questo articolo ?☺️

  1. Uomo – Mondo Marcio

Iniziamo da quello che io ritengo tra i più validi di quest’anno, anche se non l’ho citato nella mia top 3, ovvero “Uomo!” di Mondo Marcio un nome non molto conosciuto, ma se avete una buona cultura, sicuramente vi sarà familiare come nome. Questo è l’album che io ritengo più “pesante” non è un album da tutti, non è un album da storia per Instagram, anzi è un album che va ascoltato e va appreso lentamente il significato. Mondo Marcio è stato tra i primi a rappare qui in Italia, dobbiamo a lui una parte del successo del rap, ma purtroppo non tutti la pensano come me. Ma passiamo all’album in se per se, “Uomo!” è un album che ha tutt, è la storia di un rapper che s’è fatto da sé in tempi in cui la trap non esisteva e il purple drank lo bevevano a Huston, non a Sesto San Giovanni.
In questo disco troviamo un feat molto importante con Mina in “Angeli e Demoni” probabilmente la traccia più bella dell’album, la presenza di Mina in un album rap innalza Mondo Marcio ad una vetta quasi irraggiungibile per il resto della scena, così come innalza anche il genere stesso del rap a livello qualitativo. prima di concludere la carriera per sempre, Marcio ha deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa, “UOMO!” contiene infatti due dissing, uno rivolto all’intera scena (“Top Five”) e uno (“DDR (Dio del Rap)”) che sembrerebbe indirizzato direttamente a Marracash, colpevole di aver riesumato un vecchio dissing contro Marcio nella riedizione per i dieci anni di “Marracash” pubblicata l’anno passato, e l’altra un pezzo contro tutta la nuova scena rap, insomma lui può permetterselo di fare.
“UOMO!” è più di un album: è quasi un audio romanzo che l’autore recita inserendo dei monologhi alla fine di varie tracce, che ripercorrono la storia del rapper il quale si racconta al pubblico per i suoi sogni in adolescenza.
“UOMO!” è la conclusione perfetta per la carriera del rapper milanese poiché ripercorre tutte le tematiche dell’autore: l’influenza americana, la qualità dell’essere solo un uomo, la famiglia distrutta in età adolescenziale, i periodi difficili attraversati con la madre, l’assenza del padre, la scuola, il vuoto della provincia e le notti in città, la solitudine, le paure, il rap che porta dalle strade alle stelle, il successo, la mancanza di stimoli, la rinascita.
Non tutti possono dire di essere i king della scena effettivi, e lui e tra i pochi che può dirlo.

2. Libertà – Rocco Hunt

Libertà, l’album di maturazione di Rocco Hunt. prima dell’uscita effettiva di questo album, Rocco ha inventato una balla, dicendo che non sarebbe uscito nessun album, poiché non si sentiva più in grado di fare questo, come ben sapete tutto questo era una strategia di marketing, non approvata da tutti, me compresa, ma purtroppo aveva bisogno dei riflettori puntati adesso. Ma nonostante questo Libertà si è dimostrato un ottimo album, ha tutto quello di cui un album ha bisogno. “Libertà” è il disco della maturità di Rocco Hunt. Sembra strano dirlo, visto e considerato che ha solo 25 anni e appena 3 album ufficiali all’attivo. Vittorie e traguardi, successi e fallimenti hanno però già plasmato il cuore e il carattere dell’artista, tutto questo quindi è del disco: “Libertà” racchiude molte delle sfumature alle quali Rocco Hunt ci ha abituato negli percorso degli anni, sia a livello lirico che sonoro, facendole però coesistere con estrema naturalezza e coerenza. Nell’album troviamo canzoni d’amore dalle atmosfere più leggere, allo stesso tempo però ci sono pezzi malinconici, pezzi rabbiosi che fungono da valvola di sfogo, qualche episodio agrodolce che si abbandona sul viale dei ricordi, ma anche momenti di rap più hardcore, poi passiamo ad una canzone triste ma sentita in “Nisciun’” con Geolier, poi troviamo l’inevitabile feat con Neffa in “Se Tornerai”, la drammatica rabbia in “Grande Bugia”, e altro ancora. Rocco Hunt dà l’impressione di aver riversato tutto se stesso in “Libertà”, senza preoccuparsi di censurarsi e senza limitarsi alla rincorsa del facili consensi. Il risultato è un album bipolare, a tratti felice a tratti triste, ma nonostante questo è un ottimo album, poco ascoltato, ma che nonostante tutto è rivolto ha tutti gli amanti del rap.

3. Tarantelle – Clementino

Vicino a Rocco ci piazziamo un suo grande amico, anch’esso con un album a dir poco pazzesco, ovvero Clementino con Tarantelle. Prima del rilascio effettivo dell’album, il rapper napoletano, ha voluto stupirci con un singolo/freestyle, un singolo che fa capire che stava tornando nella scena, dopo un periodo in comunità, Gandhi è una sorta di “”dissing”” passando dalla scena rap ai cronisti di uomini e donne, insomma con questo singolo ha voluto far capire che l’album sarebbe stato ancora più forte del singolo, è cosi è stato. “Tarantelle” è un disco maturo, una prova di forza non indifferente per Clementino. Dopo aver trascorso un periodo complicato a livello personale, Clementino è tornato in studio per raccontare la propria redenzione, in maniera a tratti toccante. Clementino si guarda indietro, parla d’amore in “Versi di te” e “Mare di notte”, si diverte nei featuring, si racconta a cuore aperto in “Diario di bordo”. Il tutto si sviluppa su binari rap ma anche pop, alternando sapientemente rap impeccabile a livello tecnico con una ricerca melodica unica, aiutata dall’ottima varietà delle produzioni.  Il risultato è una sorta di miscuglio tra il clementine Iena White e un Clementino dolce e genuino, quindi un album che può appassionare vecchi e nuovi ascoltatori.

4. 1969 – Achille Lauro

Achille non è più quello di una volta, mettiamo in chiaro, ma è una deciso che non ha tutti è piaciuta, la prova lo è il suo ultimo album 1969, un album tra ma con suoni decisamente appartenenti al rock. Questo album va ascoltato più volte per farselo piacere, questa cosa infatti è successa proprio su di me, all’inizio qualche traccia mi piaceva, altre no, decisamente bocciate, ma dopo qualche ascolto ho felicemente cambiato idea. Questo album, che segue in parte il filone del pezzo portato a Sanremo, rappresenta un altro step per la sua musica, e potrebbe conquistare anche i più scettici. Se vi è piaciuta “Rolls Royce” vi scatenerete pure con “Cadillac”, “1969” e “Delinquente”, che riprendono il punk-rock della canzone, con chitarre ruvide e graffianti e batterie. Se invece preferite Lauro in veste più elegante e raffinata, “Zucchero” è la traccia più simile a “C’est la vie”, mentre “Scusa” e “Roma” si mantengono vicine ai trascorsi rap e trap di Achille. 1969 è un disco di distacco dal suo vecchio passato, è un disco di prova, di passaggio a questo nuovo genere, a molti è piaciuto, me compresa anche se il vecchio lauro mi manca ?, altre persone invece sono più scettiche eh beh oggi potrebbe essere la volta buona per rivalutarlo.

5. Ricercato – Junior Cally

Dopo poco tempo dall’uscita del suo primo album, Cally ha deciso di togliersi la maschera, attraverso un nuovo album, con tanti e diversi feat. Purtroppo Junior è ancora molto criticato dagli ascoltatori grazie al successo che ha avuto attraverso la maschera, ma secondo me il successo che sta avendo è molto meritato, il contrario a parer mio non si può dire. La penna di Junior Cally è infatti in grado di partorire testi della madonna, che spesso non le mandano a dire, senza però scendere nel volgare o nello squallido, e fa lo stesso quando parla delle sue doti da playboy, o quando racconta di quanto siano sfrenate le serate con i suoi amici. Allo stesso modo, però, riesce ad accompagnare l’ascoltatore nel suo modo, aprendosi in maniera intima e schietta. Il risultato è di un disco a volte molto intimo e delicato e a volte molto cazzuto e volgare, e questo è quello che ci vuole in un album.

6. Paranoia Airlines – Fedez

Beh so che inserendo questo album, molti mi vuoi mi odieranno e diranno “FeDeZ nOn E rAp!1!1!” ma io ovviamente un po mi frego di sta roba. Partiamo dal principio, perché questo album non è cosi tanto ascoltato nel panorama rap? Beh raga vi rispondo io, perché è di Fedez, se fosse stato di cicciopallino questo album starebbe nella top 3 album del 2019, ok forse ho esagerato pero insomma avete capito il concetto vero?? Questo album, è molto molto molto bello, e insomma per dirlo io ce ne vuole di tempo, Fedez potrebbe ostentare tutti i suoi soldi, tutti i suoi averi, la sua bella auto e il suo attico da 3 milioni di euro, ma non lo fa, al contrario di rapper italiani che tutto quello che ha Federico se lo sognano. Questo progetto è un progetto maturo, molto maturo, possiamo ascoltare un Fedez più confuso e vulnerabile che possa capitare di sentire, lui espone dubbi, debolezze, zone d’ombra, e a volte, al posto di raccontare il presente, ripensa al sul passato. Paranoia Airlains è l’opposto di Comunisti con il Rolex, è anche l’opposto di tutta la sua discografia. Niente canzonette estive o ritratti collettivi. Nel nuovo album, Fedez usa l’emo trap per farci fare un giro nella sua testa, fra debolezze, paranoie e ricordi. Il risultato è un album abbastanza depresso, un Fedez che in alcune canzoni vuole comunque divertirsi come in quella con Fedez e la Dark polo gang, in altre vuole sfogarsi. Per me l’album è più che promosso, spero che anche voi possiate cambiare il parere.

7. Dove gli occhi non arrivano – Rkomi

Questo è un capolavoro di disco, se da un lato c’è chi ha voluto cimentarsi in un rap depresso, dall’altra troviamo il caro Mirko che ha deciso di stupirci con un album del tutto pop ma molto ben fatto. Ammetto che non l’ho apprezzato subito come album, ma solo dopo qualche mese, ho capito del potenziale che ha, e da quando l’ho capito non ho smesso di ascoltarlo. L’album è Pop come gli ospiti del disco, Elisa, Jovanotti e Dario “Dardust” Faini, ma anche Ghali, Carl Brave e Sfera Ebbasta, i più “pop” tra i rapper di ultima generazione. “Dove gli occhi non arrivano” è un disco più leggero e solare del precedente, sicuramente meno hip hop, meno inquadrabile, e per questo forse ancora più interessante di “Io in terra”,poiché Lì Rkomi era in balia dei suoi pensieri, mentre qui si ritrova finalmente sulla terra ferma, in un posto a lui sconosciuto, ma quasi senza pensieri. Non è ancora possibile stabilire se Rkomi ritornerà quello di una volta, poiché questo è solo il suo secondo album ufficiale, ma detto tra di noi, io lo preferisco adesso 😉

8. The illest Vol.2 – Mostro

L’ultimo lavoro di Mostro è un qualcosa di assurdo in tutto è per tutto. The Illest è sperimentazione, anche se mantiene qualcosa che c’è sempre stata nei suoi dischi precedenti, ma al contrario di quanto si possa pensare è tutto fuorché leggero, ma anzi è  uno dei progetti più densi di contenuti degli ultimi anni. Se si dovessero usare tre parole per descrivere questo disco, queste potrebbero essere passione, coraggio e maturità, tanta maturità. Il problema di Mostrro è la sua piccola cerchia di fans, molti lo schifano per quello che faceva in passato, inteso come progetti discografici, ma da Ogni maledetto giorno, il suo modo di rappare è cambiato e questo album è la prova.

Insomma questi per me sono tra i dischi più sottovalutati di questo album, scrivetemi in Direct quelli che per voi sono i più sottovalutati, ovviamente mancano tantissimi dischi in questo classifica, ma era quasi impossibile rivordaerseli tutti. Al prossimo articolo ?

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